Il 2 novembre 1790, un uomo venne arrestato nel negozio di un orefice a Parigi per aver presentato un assegnato falso da 1000 livres. Dopo appena tre mesi da quando gli assegnati erano divenuti moneta di corso legale, essi erano già stati contraffatti ed il fenomeno tendeva ad amplificarsi. La contraffazione avveniva in tutta la Francia e a Parigi il maggior numero di falsificazioni si verificava nelle prigioni. Alla Conciergerie, il carcere che ospiterà Maria Antonietta di Francia, Danton e Robespierre, i detenuti che sapevano leggere e scrivere, erano dotati degli strumenti necessari e la carta era fornita dalle cartiere Escalier di Angouleme e Jouy nella Lorena, i cui rappresentanti entravano nel carcere per ricevere gli ordinativi.
A fronte di una simile situazione, l’Assemblea adottò una serie di misure per rendere difficilmente falsificabile questa moneta cartacea. Avendo notato che gli assegnati più contraffatti erano quelli stampati malamente, venne indetto un concorso cui potevano partecipare tutti coloro che ritenevano di poter perfezionare la stampa di questi biglietti.
Così per ostacolarne la contraffazione, sugli assegnati di qualsiasi valore venne prevista la presenza di filigrane, di punti segreti localizzati in zone stabilite e dell’elemento che in Francia, già durante l’Ancien Régime, veniva utilizzato per registrare e legalizzare gli atti: il timbro a secco ovvero un’impronta priva di colore ottenuta con la sola pressione della matrice, realizzata esclusivamente da incisori al servizio dello Stato.
Il ministro delle Contribuzioni Pubbliche avviò così l’acquisto del timbro a secco realizzato dal cittadino Poissaut, vincitore del concorso. La poca diffusione del concorso però suscitò le proteste di due meccanici, Dupeyrat e Besmer, interessati a parteciparvi.
Essi per dimostrare la validità del timbro da essi realizzato dopo tre anni di lavoro, sostennero di poter contraffare in poco tempo il timbro a secco presentato da Poissaut e sfidarono quest’ultimo a falsificare il loro. Il timbro a secco prodotto da Dupeyrat e Besmer, realizzato con l’impiego simultaneo di due matrici metalliche con la stessa tipologia, ma una in incavo e l’altra in rilievo da utilizzarsi con una apposita macchina, risultò inimitabile.
L’immagine del bollo sull’assegnato, vista in trasparenza risultava così formata dall’unione di quelle raffigurate sulle due matrici perché i particolari che mancavano su di una di esse erano presenti nell’altra, completandosi.
Il prodotto realizzato da Dupeyrat e Besner venne approvato ed essi furono inviati a portare la macchina per bollare a secco negli edifici dove si stampavano gli assegnati e a prendere contatto con gli incisori che avrebbero preparato le matrici metalliche. (Segue) 

Questo articolo verrà pubblicato interamente su”AIC Magazine” Anno IV, N.8, di prossima pubblicazione.

 

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